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La dea Maja

Rosanna Pierleoni

La dea Maja era la più grande delle sette sorelle Pleiadi. Era molto bella e veniva venerata come dea del fuoco e della passione, ma anche come dea della natura e della fertilità. Il suo nome è legato al significato di madre e nutrice.

Suo figlio, il dio Ermes, nacque dall’unione della dea con Zeus e il suo nome è legato al significato (tra gli altri) di cumulo di pietre e venerato come protettore dei viaggi e dei viaggiatori. Era il messaggero dell’Olimpo per la sua velocità, e l’esecutore delle volontà di Zeus.

Esistono varie leggende a riguardo, ma quella più diffusa narra che Maja, per salvare il figlio dalla morte, giunse sulla montagna del Gran Sasso, che custodiva molte erbe miracolose, ma lo trovò ricoperto di neve e non riuscì quindi a trovare le erbe e a salvare la vita del figlio.

Così, lo seppellì su quella montagna che, da allora, assunse l’aspetto di un viso dormiente; poi, distrutta dal dolore, errò, fino a che, straziata, giacque sul Monte Amaro, che da allora assunse le sembianze di una donna riversa su se stessa, che guarda verso il mare, ossia da dove giunse nel tentativo di salvare il figlio.

In foto il profilo del Corno Piccolo visto dai Prati di Tivo e quindi da nord

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