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La festa della Madonna delle Nevi

Arnaldo De Paolis

Con l’approssimarsi della festa della Madonna della Neve si avverte tutto il peso di questa pandemia che ne impedisce lo svolgimento. La nostalgia è tanta, ma abbiamo la speranza che il prossimo anno si possa celebrare la festa come prima… meglio di prima.

Uno dei momenti più sentiti dai Baranesi è quando, la mattina,

Se va pe’ sordi a Chemascittu.
Si va in cerca di soldi a Chemasciuttu [Chemasciuttu è un piccolo rione della frazione di Barano di Tornimparte]

Gli abitanti della parte bassa del paese, per tradizione secolare, offrono soldi alla gente che compostamente si presenta davanti ai banchetti allestiti sull’uscio di casa. Il capofamiglia, o chi per lui, prende la moneta dalla guantiera posta su una bianca tovaglia di lino che copre una semplice sedia e la offre a chiunque si presenti tendendo la mano, come per chiedere l’elemosina. Il ricevente dice la formula di rito: Scìa bennetta l’anima ‘egli morti!; l’offerente risponde: Scianu bennitti tutti!…e salute aglj vìi!

Tutti i Baranesi partecipano. Tendere la mano non è un’umiliazione, ma una sorta di complicità che avvicina chi offre e chi riceve in nome di una stessa appartenenza, e di una volontà comune di perpetuare il rito. Ecco perché chi nasce a Barano è educato, fin dai primi mesi di vita, a partecipare per tener viva un’usanza che non si ripete in nessun altro paese del circondario.

I motivi che hanno indotto queste famiglie ad iniziare tale pratica non sono noti, visto che l’usanza risale a tempi immemorabili, ma non è difficile supporre che si sia trattato di un voto, una promessa fatta alla Madonna, per grazia ricevuta, per uno scampato pericolo (epidemia, carestia, terremoto…). Questo motivo è da supporre che sia il più plausibile, dal momento che in questa parte del paese non ci sono famiglie con storie di particolare nobiltà o benessere che potrebbe far pensare ad una benefica elargizione di alcuni privilegiati verso persone più disagiate.

Comunque il fatto che i soldi si diano la mattina della festa, denota che sia chi offre che chi riceve è convinto di partecipare ad un atto che tende a tener viva la devozione alla Madonna della Neve e a ringraziarla per la protezione che assicura al paese.

Pe’ sordi a Chemascittu
di Arnaldo De Paolis

Tre botte secche, forti, all’assancresa,
annunzianu ch’è festa oji a Baranu,
tuttu contentu piglj la discesa
e giri Chemascittu a manu a manu.

Aglj banchitti paru tutti assorti,
ji chjù anziani ji ta chjamà’ pe’ zii,
ji benedìci l’anim’egli morti
e te respunnu: ”salut’aglj vii!”

Vé contenno ji sordi: ”muti, muti!
mesà quest’anno che se fa de chjù!”
chi è renutu da fore ju saluti,

e finitu ju giru revà’ su;
‘n ammonnte ‘ncuntri tutti i resaputi
che non tengu la fretta che té tu.

Per soldi a Chemascittu
di Arnaldo De Paolis

Tre colpi secchi, forti, all’improvviso
annunciano che oggi è festa a Barano
pieno di gioia prendi la discesa
e passi nei vari luoghi di Chemascittu.

Sono tutti presi intorno ai tavoli
le persone più anziane le devi chiamare Zio
gli benedici l’anima dei defunti
e ti rispondono “salute ai vivi!”

Man mano conti i soldi: “sono tanti, sono tanti!
forse quest’anno i soldi sono di più!”
chi è tornato da lontano lo saluti,

e terminato il giro torni a casa
durante la salita incontri tutti i capiscioni
che non hanno la fretta che hai tu.

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