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I Portici di Torino

Maria Alberti

Chiunque passi da Torino rimane affascinato dai suoi portici: oltre diciotto chilometri che invadono in particolare il centro storico; la loro bellezza e continuità ne fanno un particolare architettonico unico nel suo genere. Torino non è l’unica città italiana ed europea a godere di questa architettura – si pensi, per esempio, a Bologna – ma dei suoi diciotto chilometri circa tredici sono interconnessi e continui, senza alcuna interruzione neppure nell’attraversamento delle vie.

Storia, eleganza, bellezza! Tutto questo e molto altro rappresentano i Portici di Torino: un vero e proprio patrimonio storico che si estende tra palazzi antichi ed edifici di inizio Novecento. Realizzati con stili e materiali diversi, dalla pietra grigia di via Po al marmo di via Roma, con la loro maestosità e i loro giochi di luci e ombre, hanno donato al capoluogo piemontese l’appellativo di città salotto. Una definizione dovuta alle sue vie e piazze storiche, dove si può passeggiare con calma godendo del riparo degli antichi portici.

La città conosce il primo portico fin dal Medioevo, nella famosa piazza delle Erbe ora piazza Palazzo di Città. Ma solo dall’inizio del 1600 i portici diventano un elemento rilevante all’interno del tessuto cittadino. La prima testimonianza è l’ordinanza di Carlo Emanuele I di Savoia del 16 giugno 1606 riguardo la costruzione di piazza Castello secondo il progetto di Ascanio Vittozzi che comprendeva la realizzazione di portici monumentali tutto intorno alla maestosa piazza. I più antichi sono quelli sul lato di via Garibaldi, mentre quelli dal lato di via Po e del Giardino Reale risalgono alla metà del diciottesimo secolo.

I portici di piazza San Carlo, progetto degli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte, risalgono invece fra il 1630 e il 1650. Sempre agi inizi del diciassettesimo secolo, Filippo Juvarra costruì i portici nel quartiere di Porta Susina e nella piazzetta del mercato di Porta Palazzo.  Nel 1756 venne affidato a Benedetto Alfieri l’incarico per i nuovi portici sulla piazza Palazzo di Città.

Dobbiamo arrivare all’Ottocento per la costruzione dei portici monumentali di piazza Vittorio Veneto, piazza Carlo Felice e piazza Statuto.

Le due stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa vennero unite con un percorso porticato attraverso corso Vittorio Emanuele II, corso Vinzaglio, via Sacchi, via Nizza, via Pietro Micca e via Cernaia.

Il sovrano Vittorio Emanuele I di Savoia volle la costruzione dei due chilometri di portici tra Palazzo Reale e piazza Vittorio Veneto dove era solito fare lunghe passeggiate, per permettere alla famiglia reale di raggiungere agevolmente la Chiesa della Gran Madre.

Tutt’oggi i portici sono uno dei simboli del capoluogo piemontese. Permettono ai passanti di camminare per ore interrottamente senza bagnarsi mai sotto la pioggia e rimanere riparati dal caldo sole estivo. Inoltre, sono anche il fulcro della vita pubblica e privata torinese. I torinesi passeggiano sbirciando le vetrine dei negozi, sedendosi ai tavoli dei caffè e locali, ammirando le volte e i soffitti decorati.

Negli ultimi anni i Portici di Torino hanno acquisito una sempre maggiore importanza, non solo a livello locale ma anche internazionale, rappresentando una attrattiva turistico-culturale di grande rilievo. Per questo motivo è nata nel 2018 l’associazione Portici e Gallerie di Torino con lo scopo di valorizzare al massimo questo incredibile patrimonio.

Numerosi sono gli eventi che si svolgono durante l’anno sotto queste magnifiche arcate come ad esempio: Portici Divini, manifestazione autunnale dedicata al vino con degustazioni e incontri; Dolci Portici, goloso appuntamento primaverile con le eccellenze dell’arte dolciaria del territorio e Portici di Carta, la libreria più lunga del mondo.

Oggi come in passato i Portici di Torino sono al centro della vita della città e rappresentano un patrimonio architettonico unico al mondo assolutamente da preservare.

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