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La gallina dalle uova di cioccolato

Maria Alberti

La notizia, quella mattina di fine marzo 1725, rimbalzò di bocca in bocca nella piazza Castello di Torino, palcoscenico della vita politica e commerciale.

Incuriosite, le dame torinesi, al braccio dei propri cavalieri, s’incamminarono per l’adiacente Contrada Nuova, uno dei più importanti assi della città sabauda, in stile barocco, che misurava ben 10 metri di larghezza. In quegli anni la via Nuova terminava all’incrocio con via Andrea Doria, oggi via Gramsci; i torinesi dovettero attendere i primi decenni del secolo successivo per l’espansione dei due isolati successivi, fino alla piazza Carlo Felice, per il collegamento con la stazione ferroviaria Porta Nuova. Infine nel 1871 la via fu ribattezzata via Roma.

Ma tornando a quella fredda mattina… a suscitare l’irrefrenabile curiosità – ed anche ilarità – dei passanti fu la vetrina della bottega della signora Giambone, vedova da alcuni anni. La signora torinese, in attesa della Pasqua che si sarebbe festeggiata il primo giorno di aprile, aveva esposto una ruspante gallina con accanto un cesto ripieno di uova di cioccolato. Le aveva create versando del cioccolato liquido in alcuni gusci vuoti; lasciando poi raffreddare il tutto, aveva tolto il guscio…

erano nate le prime Uova di Pasqua!

La notizia che le galline della vedova sfornavano uova di cioccolato divenne virale. La donna ebbe modo di vedere l’afflusso di clienti aumentare esponenzialmente tanto da dare vita a creazioni anche più azzardate e ricercate. Nomi, date, giochi di colori, il tutto applicato alle uova di cioccolato.

Il passo in avanti scattò circa duecento anni dopo. La storia delle uova di cioccolato si fonde – nel vero senso del termine – con la città di Torino. All’inizio degli anni Venti del Novecento, alcuni maestri cioccolatai della ditta torinese Casa Sartorio, brevettarono un sistema per modellare con il cioccolato delle forme vuote. Veri e propri stampi posti nella macchina, fatti ruotare e rivoluzionare, fino ad essere coperti uniformemente.

Ma per l’autentica sorpresa si dovette attendere ancora qualche anno: nel 1925 ecco comparire, all’interno delle uova, animaletti in zucchero o confetti, sostituiti poi da regali sempre più preziosi. Già nel 1927 le uova di cioccolato di Torino erano il simbolo di gran moda della Pasqua e, da allora, il loro successo non si è più fermato.

L’uovo di Pasqua non è altro che l’ennesimo primato di una terra dall’enorme cultura gastronomica.

Ma non finisce qui…

I posteri racconteranno che nel 1974, Michele Ferrero, figlio di Pietro fondatore del colosso di Alba – ancora il Piemonte protagonista di questa dolce storia – visto il grande entusiasmo dei bambini nei confronti delle uova pasquali, abbia detto ai suoi collaboratori di voler donare ai più piccoli ogni giorno una nuova Pasqua. Nacquero così quelli che oggi diventeranno gli ovetti più famosi del mondo.

Buona degustazione!

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